Braies oltre ad affascinare i turisti con le bellezze paesaggistiche del posto, incuriosisce con fantastiche storie, miti e leggende, tra cui, oltre alla leggenda dei selvaggi che avrebbero provocato la formazione del lago per difendersi dalle incursioni dei contadini interessati alle ricchezze delle montagne adiacenti, ne spiccano anche altre tra cui la “Leggenda del lago dell’orso”, la “leggenda della fonte del cervo” e la “leggenda della croda rossa”.
Braies, tanto tempo fa, era invasa da orsi che si divertivano ad andare nei pressi del lago (luogo molto frequentato dai pastori che passavano molto tempo con il gregge). Un giorno i pastori, esausti dalla situazione e con il terrore che le pecore potessero subire attacchi, decisero di colpire un orso con alcuni bastoni.
L’orso indolenzito, in seguito a continue lamentele, strisciò fino al raggiungimento del lago per cercare di medicare le proprie ferite e così fece ogni giorno. Il lago in cui l’orso andava frequentemente con l’intento di guarire era posto in una profonda buca, così i pastori decisero di tendergli una trappola; la loro idea era quella di depositare delle pietre nella zona soprastante al lago, in modo da creare una frana al momento dell’arrivo dell’orso.
Arrivò il giorno in cui l’orso puntualmente andò al lago, così i pastori colsero l’occasione e liberarono le pietre, in questo modo l’orso venne colpito dalla frana e non riuscì a scappare, morendo annegato, sommerso dalle pietre.
Da quel momento in poi, il lago prese il nome di “Lago dell’Orso”.
Un tempo molto ma molto lontano, Braies, era ricca di cervi che vivevano nei bellissimi prati della città, e tra questi uno in particolare; questo cervo si distingueva dagli altri per la sua bellezza e maestosità e si trovava solitamente a pascolare nelle foreste.
Purtroppo un giorno il cervo venne ferito gravemente dal proiettile di un cacciatore, ma nonostante la situazione in cui si trovasse, ferito e in fin di vita, riuscì a scappare e a rifugiarsi nella sorgente.
Uscì dall’acqua vivo e in salute, senza alcun tipo di ferita e così da quel momento si ritenne che le acque di quella sorgente fossero magiche.
Da li in poi la sorgente prese il nome di “fonte del cervo”, e il cervo divenne simbolo di Braies.
Lo stemma cittadino infatti è composto dal cervo posto al centro ed in rilievo, sopra un bel prato verde composto da tre gobbe, che si deduce siano delle cime; al centro di queste cime si può ben notare una striscia ondulata bianca che sta a rappresentare un ruscello. Questo simbolo entrò in vigore nel 1968.
La leggenda narra che un giorno una donna morì mentre era a passeggio tra le montagne con la sua bambina; la piccola venne ritrovata da una vecchia Anguana che decise di prendersene cura nonostante non la conoscesse, dandole il nome di Moltina.
Moltina amava giocare con le marmotte e imparò perfino la loro lingua per poter comunicare con loro.
Anni dopo, un bel principe andò a caccia nel bosco in cui Moltina amava passare il tempo, casualmente si incontrarono e il principe se ne innamorò immediatamente, lei però spaventata scappò via. Il principe non aveva intenzione di arrendersi, voleva ritrovarla, la cercò a lungo e
quando la trovò la portò nel suo castello e si sposarono.
Moltina nonostante inizialmente fosse spaventata, era molto felice con lui e condivise la sua felicità con le marmotte e la natura.
Purtroppo Moltina, provenendo da una caverna sulle montagne, non era ben vista dalla famiglia reale. Durante una festa la regina cattiva (madre del principe) chiese a ogni individuo di raccontare le proprie origini. Moltina non sapendo cosa dire si vergognò talmente tanto che il suo viso diventò tutto rosso, scappò dal castello e la montagna legata a lei (Croda Rossa), si tinse di rosso prendendo il suo colore.
Il principe, nonostante l’accaduto, rimase follemente innamorato della ragazza, la seguì sulla montagna e lì vissero felici e contenti, crearono la loro famiglia e con il passare del tempo divennero i sovrani di Fanes. Il simbolo della loro casata fu rappresentato da una marmotta.